mercoledì 2 gennaio 2019

Prendere bene gli appunti

Perdendo tempo su Instagram mi sono imbattuto in un profilo pieno di foto di appunti presi con molta cura. Si trattava di appunti presi a scuola (un liceo sembrerebbe a giudicare dalle materie). La cosa mi ha incuriosito un po' per l'originalità dell'argomento, un po' perchè tutto quello che riguarda calligrafia, grafica, ecc. mi è sempre piaciuto.

Sotto quelle foto ho trovato alcuni hashtag:

#studygram
#studyblr
#cutenote

In ogni caso colgo l'occasione per ribadire che il saper prendere bene gli appunti è importante.

venerdì 2 novembre 2018

Qualche annotazione su "Lontane stelle"

Introduzione

In questi giorni ho pubblicato una mia composizione dal titolo "Lontane stelle" e mi è sembrato giusto fornire qualcosa in più oltre ai semplice link a YouTube, iTunes, ecc.

Partecipazione al XXV Concorso Internazionale Luigi Russolo Di Musica Elettroacustica

Non ricordo bene come, ma nel 2003 sono venuto a conoscenza di questo concorso di composizione per musica elettronica e non ho saputo resistere alla tentazione di parteciparvi con il brano di cui stiamo parlando. In fondo non c'erano vincoli da rispettare se non quello dell'età e sotto questo aspetto ero in regola.

Il concorso era organizzato dalla Fondazione Luigi Russolo che prende il nome dal famoso compositore futurista (https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Russolo). In particolare, per quanto riguarda la XXV edizione, ho trovato alcune notizie in questa pagina.

Dopo aver spedito il materiale alla commissione, ho deciso di partecipare di persona alla giornata finale del concorso in cui era prevista la premiazione e l'ascolto dei brani vincitori. A posteriori posso dire in tutta tranquillità di essere andato completamente fuori tema: i brani premiati erano decisamente sperimentali, fatti più che altro da rumori, in particolare il primo classificato ricordava da vicino il suono delle bollicine quando si apre una lattina di aranciata. Posso immaginare quindi che il mio lavoro si sia classificato ultimo o giù di lì visto che era molto lontano da questi per stile e contenuti.

Presentazione del brano

Per la cronaca riporto nel seguito il commento introduttivo che ho dovuto allegare insieme alla domanda di partecipazione al concorso
"Lontane stelle: brevi note descrittive

La "sostanza musicale" di questo lavoro e' costituita da
un'improvvisazione registrata nel Maggio 2001 sottoforma di sequenza
MIDI. Alla base della composizione non vi e' quindi alcun principio
generatore algoritmico ma solo libera invenzione musicale.

La sequenza MIDI originale e' stata poi trascritta manualmente secondo
la notazione tradizionale e successivamente elaborata. L'analisi della
partitura cosi' ottenuta ha permesso di decodificare la struttura del
brano e di individuare e correggerne alcuni punti deboli.

Un'altra elaborazione applicata al materiale originale e' stata
l'espansione nello spazio timbrico. La versione finale infatti
comprende nove differenti timbri a differenza dell'unico usato in
origine. Per alcuni di questi e' stato creato ex-novo materiale
melodico o armonico.

La parte finale del brano (da 2:44 in avanti) non fa parte
dell'improvvisazione ma e' stata aggiunta in un secondo momento.

Il titolo e' stato scelto "a posteriori" ed e' semplicemente un
riflesso delle immagini mentali che il brano suscita nell'autore: la
luce degli astri, le distanze incolmabili che li separano, il moto
incessante dei corpi celesti che causa il progressivo dissolversi
della materia nello spazio.

La composizione e' dedicata a mio figlio Giovanni
Angelo Alberto Rovelli"

Produzione

La produzione del brano è stata realizzata completamente in casa, in quello che chiamo il mio microstudio che all'epoca era basato sul sequencer MusE e una scheda Sound Blaster Live!, il tutto contenuto in un sistema GNU/Linux Debian 2.1. Per quanto riguarda la generazione del suono mi ero affidato ad un expander Yamaha TG33 usando alcuni preset leggermente modificati.

Quando ho deciso di pubblicare il brano, e cioè dopo quindici anni dalla sua presentazione al concorso, ho ritenuto opportuno registrarlo di nuovo usando le attrezzature che ho a disposizione in questo momento: digital audio workstation Cubase LE 4 in ambiente WindowsXP, effetti audio T-RackS e scheda audio E-MU 1212M PCI.

Per quanto riguarda il suono mi sono affidato ancora al vecchio TG33: scoprire, dopo tanti anni passati in cantina, che aveva conservato tutti le modifiche che avevo memorizzato a suo tempo e vederlo funzionare perfettamente al primo colpo è stata una grande soddisfazione.

In poche parole ho importato in Cubase il file MIDI originale registrato nel 2003 e ho acquisito nuovamente le corrispondenti tracce audio. Ho proceduto poi a completare le fasi di mix in cui, rispetto alla versione del 2003 presentata al concorso, ho aggiunto alcuni effetti di equalizzazione e compressione ed di mastering.

Dedica

Come scritto sopra questo lavoro è dedicato a mio figlio Giovanni nato nel 2003, il quale, a distanza di anni, mi ha fatto sapere di essere abbastanza contento della cosa :-).

Link

Questo è il link per ascoltare il brano sul mio canale YouTube



Se poi volete acquistarne una copia potete usare uno di questi link. Costa poco, più o meno come un caffè.

martedì 8 maggio 2018

Cronoaca di un giorno di inizio aprile

Una sera di inizio aprile torno a casa dopo una giornata di lavoro, apro il portone di ingresso del condominio e inizio a salire le scale. Sono un po' stanco e ho il passo pesante, insomma faccio un po' di rumore.

Al primo piano la mia vicina tiene in braccio sua figlia di poco più' di un anno e sta parlando con suo padre che è passato a trovarla. Al rumore dei miei passi risponde una voce squillante "Papa'!" e subito dopo la voce della mamma che sussurra "No".

Abito al piano superiore, continuo a salire e ci incrociamo: "Ciao, buonasera".

La gioia e l'aspettativa di questa bambina mi hanno commosso e hanno illuminato il resto della mia giornata.

Vadano pure al diavolo i cinici e il loro amico Pavlov.


mercoledì 16 agosto 2017

Cronaca del 14 agosto 2017

Vado di fretta verso l'ospedale per la periodica donazione di sangue, ad essere precisi si tratta di una multicomponente: plasma più piastrine.

Parcheggio, attraverso la strada sulle strisce pedonali e svolto a destra sul marciapiede verso l'ingresso. Noto un ragazzo africano seduto per terra che tende la mano ad ogni passante, un altro è seduto più avanti. Vado oltre, del resto sono già in ritardo.

Poco prima delle porte noto un bambino con il braccio ingessato che cammina dando l'altra mano al padre. Il bambino è contento e quasi ride, forse è sollevato dal fatto che il peggio è passato e che ora può tornare a casa tranquillo. Il padre lo tiene vicino e sembra quasi lo voglia portare al più presto via da lì. Immagino che a casa si mettano a giocare insieme.

Entro e imbocco il corridoio verso il centro donatori. Cammino di fretta (sono in ritardo) ma riesco ad osservare le persone che incrocio. Una donna sui sessanta cammina in senso opposto, piange e cerca di nascondersi con una mano. Il pianto è forte anche se non fa rumore, non posso non interrogarmi su che cosa possa essere successo. Una malattia che ha passato il punto di non ritorno? Un legame di tutta una vita che si è spezzato? Una diagnosi difficile da accettare?

Quando ho terminato esco e cammino senza fretta verso l'auto, oltrepasso quelli che cercano di vendermi un kit di primo soccorso per finanziare non so bene che cosa (tanto sono tutte palle).

Passo ancora davanti al ragazzo africano. Dopo più di due ore è ancora lì sull'asfalto sotto il sole. Praticamente immobile, avrà vent'anni o poco più. Prendo qualcosa dal portafoglio e torno indietro di qualche passo. Gli allungo il denaro e gli chiedo il suo nome. Lo saluto e gli auguro buona fortuna e lui mi risponde con un sorriso. Mi chiedo quale potrebbe essere i suoi pensieri per il futuro e cerco di immaginare come deve essere difficile restare così fermi su quel marciapiede.

Prendo l'auto e torno verso casa. Nei miei pensieri ritrovo queste persone.

martedì 9 maggio 2017

Sinestesia?

Quando ascolto della musica mi vengono in mente alcune associazioni tra tonalità e colori. Se la musica non usa la tonalità non trovo un'associazione precisa.

Si tratta di una forma di sinestesia?

Probabilmente no ma la trovo ugualmente una cosa curiosa. Magari l'oro del RE maggiore è il risultato di un'associazione con l'oro degli ottoni e alcuni brani scritti in questa tonalità dal carattere solenne ottenuto proprio usando questi strumenti.

Ad ogni modo per me vale questo (per brevità ho omesso # e b)


Modo maggiore

Tonalità Colore
DO Bianco
RE Oro/Rosso
MI -
FA Verde
SOL Rosso/Giallo
LA -
SI -

Modo minore

Tonalità Colore
DO Nero
RE Rosso scuro/nero
MI -
FA Nero
SOL Rosso scuro
LA -
SI Rosso

Non è tutto qui: la tonalità di SOL minore, ad esempio, più che il colore rosso scuro mi fa pensare al velluto di colore rosso scuro. In altre parole ci sono anche connessioni con gli altri sensi.

Penso che terrò aggiornato questo post.

mercoledì 5 aprile 2017

Apologia del flauto dolce

Mi riferisco proprio il flauto della scuola media. Spesso bistrattato e sottovalutato, chiamato impropriamente piffero (che invece è uno strumento ad ancia doppia e che quindi si discosta molto dal flauto per quanto riguarda il meccanismo di generazione del suono) è in realtà uno strumento molto valido dal punto di vista didattico.

Un ragazzo che riesce a suonare bene un brano anche di modesta difficoltà tecnica (intendo dire: a tempo, con il fraseggio giusto, senza errori di note e con un suono pulito) ha raggiunto un certo grado di coordinamento tra mani, vista, respirazione, ecc. e questo non è assolutamente un risultato di poco conto.

In primo luogo deve aver imparato le posizioni di apertura/chiusura fori e soprattutto aver imparato a passare dall'una all'altra sulla base di quanto scritto sullo spartito. Serve quindi lavorare sulle capacità motorie delle mani e stabilire un primo coordinamento con la vista. Le note vanno lette e capite e cioè associate in modo corretto al movimento delle mani. Se ci pensate bene vi rendete conto che non è affatto un obbiettivo banale da raggiungere.


Ma per produrre un bel suono con il flauto l'esecutore deve emettere fiato nella giusta quantità: le note più gravi richiedono un soffio più leggero mentre è il contrario per quelle più acute. Ogni tanto è necessario anche respirare ma quando farlo è una questione sia fisiologica che musicale. Molto spesso le frasi musicali sono concatenate in modo tale che il respiro dell'esecutore coincida l'articolazione del discorso musicale ma non sempre è così; in questi casi ci sono difficoltà supplementari che richiedono esercizio continuo per essere superate agevolmente. Ad ogni modo anche qui potete vedere che c'è da lavorare se si vogliono ottenere buoni risultati.

La qualità del suono è determinata anche dallo strumento in sè e qui va detto che gli strumenti a basso costo che si acquistano in cartoleria o al supermercato dimostrano i loro limiti. Nei negozi specializzati si possono acquistare strumenti migliori ma sempre a buon mercato (poche decine di euro).

Ma se esiste anche l'eccellenza: date un'occhiata al sito della ERTA Italia e poi mi dite. 

Un'ultima considerazione: quasi sempre i brani da studiare assegnati a scuola sono per un singolo esecutore ma nulla vieta di dedicarsi ad un repertorio scritto per più strumenti e affrontare quindi generi musicali polifonici più complessi senza per questo caricare gli esecutori di difficoltà tecniche eccessive.

Ad ogni modo se volete avere un'idea di che cosa si riesce a fare con un flauto dolce ascoltate questa trascrizione del concerto italiano di J. S. Bach (che in originale è per clavicembalo).

Poi ci sono persone entusiate come Fabio Vetro che suonano di tutto 😊.  

sabato 1 aprile 2017

Che strumento suoni? La pianola

Per molte persone io suono la pianola: non il pianoforte, non l'organo o altro strumento a tastiera (il sintetizzatore ad esempio) bensì la pianola.

Ritengo che sia arrivato il momento di fare un po' di chiarezza sulla questione 😄.

In effetti negli anni '70 e '80, se penso al mio contesto familiare/scolastico, o suonavi il pianoforte o suonavi "la pianola". Con questo termine ci si riferiva a tutta una serie di strumenti a tastiera tra loro diversi: l'organo elettronico, i piccoli chord organ prodotti ad esempio dalla Bontempi (molto simili all'armonium per quanto concerne la generazione del suono), ecc. La gente però semplificava e riduceva il tutto ad un unica parola: pianola.

Altri strumenti a tastiera che invece godevano di una loro individualità erano l'organo (cioè l'organo a canne) e l'organo Hammond ma si sapeva che qui si giocava in un altro campionato.

 Detto questo però, la pianola rimane uno strumento diverso da quello che comunemente viene inteso dalla gente: si tratta infatti di un pianoforte automatico, uno strumento che è in grado di suonare in modo autonomo brani musicali codificati per mezzo di fori su di un rullo di carta. Potete soddisfare la vostra curiosità consultando la pagina che wikipedia gli ha dedicato.

Perchè questo post?

A cavallo tra gli anni '70 e '80 si collocano le mie prime esperienze musicali (cioè suonare e scrivere musica) e in quel periodo il primo strumento a tastiera che ho avuto a disposizione era un organo elettronico prodotto dalla Farfisa che si chiamava "Bravo". Per i motivi spiegati sopra quello strumento, non assomigliando per nulla ad un pianoforte, non poteva che essere una pianola 😡.

E' chiaro che rispetto a "organo elettronico" o a "sintetizzatore" questa parola è più semplice da pronunciare e immediata. Ricorda infatti il nome del pianoforte ma nello stesso tempo qualcosa di diverso. Però io ci tenevo che la gente usasse il termine corretto perchè pianola suonava un po' da sfigati (inutile girarci intorno).

 Ma non ero certo l'unico: anche il grandissimo Rocco Tanica si è definito pianolista del gruppo Elio e le storie tese e non faccio fatica a capire il perché.

Oggi, con qualche anno in più sulle spalle, quando mi capita ancora di sentirmi definire come un suonatore di pianola mi limito a confermare il fatto (non senza un certo sentimento di orgoglio 😀).

Prendere bene gli appunti

Perdendo tempo su Instagram mi sono imbattuto in un profilo pieno di foto di appunti presi con molta cura. Si trattava di appunti presi a sc...